Fifres

"Nous appellons le fifre une petite flutte traverse à six trouz, de laquelle usent les Allemands & Suysses, & d'aultant qu'elle est percee bien estroictement de la grosseur d'un boulet de pistolet, elle rend un son agu”

Thoinot Arbeau, Orchesographie

 

Il fifre è un piccolo traversiere di origine militare. La tradizione del flauto militare si sviluppa nel Rinascimento; il termine ‘fifre’ compare proprio sulle soglie del Cinquecento, in Francia, con riferimento al flauto utilizzato dalla fanteria svizzera: si suppone quindi che sia stato introdotto dai mercenari svizzeri arruolatisi nell'esercito di Luigi XII.

Parallelamente il fifre conosce una diffusione in ambito popolare: i militari che tornavano ai propri villaggi dopo il servizio continuavano ad utilizzare lo strumento, che, inoltre, si legò alla tradizione e al carnevale.

Divenne poi protagonista di alcune formazioni tipiche dell'area occitana: nella contea di Nizza sono diffuse bande di soli fifre, oppure lo strumento è associato a percussioni di diversa estrazione; anche in Guascogna il piccolo flauto viene utilizzato in formazioni caratteristiche, affiancato da percussioni, come nel caso della ripataulera (formazione composta da fifre, tamburo e grancassa). Il binomio “flauto militare - strumenti a percussione” era già diffuso nel Rinascimento; all’epoca il tamburo era relativamente grande, cilindrico, a doppia pelle e dotato di una corda tesa sul diametro della pelle inferiore a funzione risonante, caratteristiche che ricordano il tambourin provenzale (oggi utilizzato in coppia con il galoubet).

 

Il caratteristico suono squillante dello strumento assume caratteri differenti a seconda del legno utilizzato: il ciliegio, il noce e il legno da alberi da frutto in genere, donano un timbro più dolce allo strumento; l'ebano e i legni duri ed esotici ne esaltano la brillantezza. La cameratura dello strumento può essere cilindrica o conica anche in questo caso con conseguenti effetti sul timbro.

Principalmente lo strumento è tagliato (cioè accordato) nelle tonalità di Re, Mi bemolle o Si bemolle, ho però realizzato modelli in Do e in Sol, più versatili nell'esecuzione di brani tradizionali e in formazioni in cui sono presenti strumenti come la ghironda o l'organetto.

Lo strumento presenta, a seconda delle "filosofie", 6 o 7 fori per l’esecuzione: il settimo foro in corrispondenza del pollice della mano sinistra per consentire il cromatismo tra la sesta e la settima nota; in alcuni casi è aggiunto un ulteriore foro con chiave chiusa, questo consente il cromatismo tra la prima e la seconda nota. Ho costruito fifre sia a 6 che a 7 fori: personalmente preferisco la seconda tipologia, essenzialmente perché rende più facile e rapida l'esecuzione, evitando scomode posizioni a forchetta, in secondo luogo trovo garantisca una maggior precisione e stabilità nell'accordatura.

 

Nelle foto: fifre in afrikan blackwood - tonalità Re

                 fifre in ciliegio - tonalità Mib

                 fifre in padouk - tonalità Sol

 

Opere consultate: J.M. Lhubac, Manuel moderne de fifre traditionnel, Société de musicologie de Languedoc, Béziers, 1986 e da G. Lazzari, Il flauto traverso, storia, tecnica, acustica, EDT, Torino, 2003; T. Arbeau, Orchesographie, Jehan des preyz Imprimeur, Lengres, 1589, c.17 v.

 

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