Materiali

Vi sono anche altri materiali impiegati nella costruzione: l’ottone, l’argento e l’alpacca per la realizzazione delle chiavi; l’ottone è utilizzato inoltre per realizzare le molle, altrimenti ottenute da fogli di acciaio armonico; Il bronzo e l’avorio sintetico sono utilizzati per gli anelli decorativi a fianco delle essenze sopra descritte. Altro materiale utilizzato è lo stagno che in particolari realizzazioni viene colato nei rilievi scolpiti nel legno e successivamente tornito per ottenere motivi decorativi. Recentemente, nella realizzazione di chiavi, anelli decorativi di rinforzo (come nel caso del fifre) e altri componenti, ho sperimentato con ottimi risultati estetici e meccanici l'acciaio inossidabile (va comunque detto che risulta un materiale particolarmente ostico da lavorare).

Durante gli anni ho avuto occasione di realizzare i miei flauti utilizzando differenti essenze selezionate, sia locali che esotiche. Ogni essenza ha le sue peculiarità e il suo timbro caratteristico, legato principalmente alla densità del legno e dunque alla capacità di trasmettere il suono: legni poco densi come l’Acero o il Ciliegio, avranno un suono più morbido, viceversa legni ad alta densità come il Bosso o l’ African Blackwood, avranno un suono più squillante e ricco di armonici.

Acero (Acer pseudoplatanus): densità 0,63. Conosciuto soprattutto per il suo impiego nella costruzione di strumenti ad arco e nella liuteria in generale, è utilizzato anche nella realizzazione di strumenti a fiato dal suono morbido e bilanciato.

 

Bosso (Buxus sempervirens): densità 0,95. Legno molto duro dalla grana particolarmente fine, era una delle principali essenze utilizzate nella costruzione degli strumenti a fiato prima della diffusione dell’African Blackwood. Offre un suono elegante e ricco di armonici; tende nel tempo alla deformazione.

 

Ciliegio (Prunus avium): densità 0,63. Essenza che si caratterizza per la bella venatura e il suono morbido e ben bilanciato, ricorda l’acero ma è più brillante.

 

Noce (Juglans regia): densità 0,60. Legno non molto utilizzato nella realizzazione degli strumenti a fiato, è in realtà una buona materia prima per strumenti dal suono morbido e compatto.

 

Olivo (Olea europaea): densità 0.85. Essenza particolarmente dura, presenta una venatura caratteristica e un piacevole profumo. La bellezza estetica dell’Olivo è pari a quella del suo timbro: caldo e molto aperto.

 

Pero (Pyrus communis): densità 0.65. Essenza dal suono relativamente morbido con una colorazione timbrica tendente allo scuro.

 

 

African Blackwood (Dalbergia melanoxylon): densità 1,30. In assoluto il top per la costruzione di strumenti a fiato dal suono brillante, presente e sostenuto; appartiene alla famiglia dei palissandri, ma è considerato da molti un ebano per le qualità timbriche e la caratteristica colorazione nera.

 

Mopane (Colophospermum mopane): densità 1,20. Assieme all’African Blackwood è uno dei legni più duri che ho lavorato. Proveniente dal Sud Africa si caratterizza per il suono caldo e presente, dotato di ampio volume.

 

Padouk (Pterocarpus soyauxii): densità 0,74. Legno da colore rosso vivo (per la resa estetica è uno dei miei preferiti ), possiede un suono caldo e sostenuto.

 

Palissandro (Dalbergia…): densità 0,85-1,00. Sotto il nome di palissandro rientrano in realtà varie essenze appartenenti alla famiglia Dalbergia (Baronii, Cearensis,Latifolia, Maritima, Nigra, Retusa,…), provenienti da diverse parti del mondo. Caratterizzate per la tessitura fine e la durezza, offrono una brillante resa estetica (Dalbergia Retusa, o Cocobolo, e Dalbergia Cearensis in particolare) così come brillante e ricco si presenta il suono.

 

Pao ferro (Caesalpinia ferrea): densità 1,00. Ottimo sostituto del palissandro, al quale somiglia per la venatura, mentre per le qualità sonore lo ritengo anche superiore. Ha un suono brillante con armonici molto presenti.

 

Cedro della Virginia (juniperus virginiana), Cedro della Virginia(juniperus bermudiana) , Ginepro rosso (juniperus oxycedrus): densità 0,5. Utilizzati principalmente nella realizzazione della zeppa nei flauti a becco, in virtù della loro capacità di adattarsi alla cavità del canale di testata (soprattutto durante l'utilizzo, quando la zeppa si gonfia per l'umidità) senza causarne la frattura.

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